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Cambia le regole della produzione con MAXIMA

Grazie al nuovo programma alimentare sviluppato dalla ricerca Cargill®, incrementare l’efficienza di conversione alimentare delle bovine e accrescere i profitti aziendali sarà ancora più semplice

In un momento di continue sfide per il settore dell’allevamento della vacca da latte, influenzato da dinamiche globali che governano sia i prezzi delle materie prime, sia il prezzo del latte alla stalla, valutare l’economia e l’efficienza dell’intero sistema aziendale può sicuramente fare la differenza.

Da questo punto di vista l’indice economico che consente di valutare il margine di profitto aziendale è l’IOFC (Income Over Feed Cost), che esprime il valore del latte prodotto al netto dei costi alimentari. L’IOFC rappresenta quindi la disponibilità economica dell’allevatore per sostenere tutte le altre spese nella produzione del latte (manodopera, rimonta, mutui, assicurazioni, spese veterinarie), sottratte le quali si ottiene il reddito netto di stalla.

Efficienza di conversione alimentare

Nel determinare il valore di IOFC gioca un ruolo fondamentale l’indicatore tecnico dell’efficienza di conversione alimentare, che misura l’efficienza di conversione della razione in latte (kg di sostanza secca ingeriti dalla bovina e trasformati in kg di latte prodotto).

Per ottenere il massimo profitto aziendale, IOFC ed efficienza alimentare devono essere valutati in maniera congiunta e sicuramente una bassa efficienza di conversione alimentare (es. indice < 1.3 riferito a tutta la mandria) produrrà un IOFC ridotto.

Diversi fattori possono influenzare l’efficienza di conversione alimentare, come i giorni in lattazione degli animali, l’età della mandria, il calo di peso, la genetica, le variazioni di temperatura e dal punto di vista nutrizionale sicuramente la qualità della fibra e dei foraggi aziendali, che nel panorama zootecnico odierno rivestono sempre maggiore importanza nell’alimentazione delle bovine da latte, e che offrono l’opportunità di aumentare la redditività aziendale.

Digeribilità della fibra

Tra i vari nutrienti usati per bilanciare le razioni, la fibra è solitamente quello a più alta inclusione ed è di fondamentale importanza conoscerne e quantificarne la qualità e la digeribilità, in quanto:

  • Fornisce energia alla bovina;
  • Migliora le componenti del latte (grasso e proteine) e la produzione di proteina microbica ruminale;
  • Mantiene la vacca in salute;
  • Influenza positivamente la capacità di ingestione, migliorando la conversione in latte.

Una fibra di scarsa qualità e/o non valutata in maniera corretta nella razione alimentare, potrebbe causare una funzionalità ruminale subottimale, determinare squilibri delle popolazioni microbiche ruminali e di conseguenza un’alterazione delle fermentazioni prodotte (AGV), aprendo anche la strada a dismetabolie e a ripercussioni negative in termini di efficienza produttiva.

uNDF e dNDF

Grazie alla ricerca Cargill® e ad analisi di laboratorio innovative, il Team Specialisti Bovini da Latte Raggio di Sole® e Agridea® è in grado di formulare e bilanciare in maniera ottimale razioni alimentari in funzione dei foraggi aziendali e della reale digeribilità della fibra, grazie a nuovi parametri analitici come l’uNDF e la dNDF.

L’uNDF (undigested NDF) esprime la frazione di NDF che rimane indigerita dopo 240 ore nel fluido ruminale per i foraggi (uNDF 240) e dopo 120 ore per i sottoprodotti fibrosi come polpe di bietola e buccette di soia (uNDF 120) e che può limitare l’ingestione di sostanza secca delle bovine. La quota della uNDF dipende principalmente da quanto la fibra è lignificata e questo fenomeno è strettamente correlato, oltre che alla genetica, alle condizioni atmosferiche ed agronomiche a cui una pianta è soggetta: ad esempio climi caldi e umidi, tipici del periodo estivo di molte regioni italiane, favoriscono la lignificazione della fibra.

Quando la uNDF viene sottratta alla fibra totale (NDF) si può valutare la frazione di fibra potenzialmente digeribile, definita dNDF (dNDF = NDF – uNDF), correlata positivamente con le performance produttive della bovina.

Per quantificare al meglio la digeribilità della fibra, non è sufficiente analizzare soltanto ciò che la bovina ingerisce con la razione alimentare (input), ma anche ciò che non viene utilizzato (output): in quest’ottica l’analisi delle feci è uno strumento utilissimo per valutare come effettivamente la bovina digerisce la fibra in tutto il tratto gastrointestinale. Aumentare di 4 punti percentuali la digeribilità della fibra nel tratto gastrointestinale, equivale ad un incremento di produzione pari a 1 kg di latte capo/giorno proprio perché una fibra meno lignificata consente ai batteri ruminali di produrre una maggiore quota di AGV e quindi più energia a disposizione per la vacca.

Grazie alla ricerca Cargill®, Raggio di Sole® e Agridea® hanno anche a disposizione tecniche di analisi di ultima generazione per l’analisi NDF-uNDF delle feci, che permette di quantificare in maniera precisa e puntuale la digeribilità della fibra e di valorizzare al meglio i foraggi aziendali nelle diete delle bovine.

Innovazione MAXIMA

Per cogliere al meglio tutte queste opportunità, Raggio di Sole® e Agridea® mettono in campo il nuovo programma nutrizionale MAXIMA, specificatamente studiato per incrementare l’efficienza di conversione alimentare delle bovine e far crescere i profitti di stalla.

Grazie all’esclusiva formulazione dei suoi mangimi, e all’utilizzo di tecnologie e analisi di laboratorio all’avanguardia, MAXIMA incrementa la digeribilità della fibra della razione e migliora la funzionalità ruminale, favorisce lo sviluppo di un corretto microbiota ruminale e aiuta a mantenere stabile il pH ruminale, aumentando la performance produttiva all’insegna del benessere e della sicurezza.

Il programma MAXIMA comprende una serie di nuovi mangimi a diverso livello di inclusione in razione, e così offre all’allevatore la possibilità di scegliere la soluzione che meglio si abbina alla propria realtà aziendale:

  • MAXIMA 260 GP e MAXIMA 250 PR: nuclei proteici da somministrare al dosaggio di 6-8 kg/capo/giorno all’interno della miscelata unifeed;
  • MAXIMA 220 GP e MAXIMA 200 PR: nuclei ristretti da somministrare al dosaggio di 2-4 kg/capo/giorno in abbinamento a materie prime proteiche aziendali (es. farina di estrazione di soia) all’interno della miscelata unifeed.

MAXIMA 220 GP e MAXIMA 260 GP sono conformi al regolamento per la produzione del formaggio D.O.P. Grana Padano, MAXIMA 200 PR e MAXIMA 250 PR sono conformi a quello del Parmigiano Reggiano D.O.P.

Cambia le regole di produzione con MAXIMA!