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Le principali patologie cunicole: la colibacillosi

Eziologia

Il microrganismo responsabile della colibacillosi è Escherichia coli, bacillo Gram negativo, non sempre mobile, anaerobio o aerobio facoltativo. I colibacilli responsabili delle turbe enteriche nei conigli vengono classificati nel gruppo degli EPEC (Escherichia coli enteropatogeni), non producono tossine termolabili e termostabili e non sono enteroinvasivi, ne esistono vari sierotipi/biotipi, aventi grado di patogenicità differente.

Trasmissione e patogenesi

E. coli, nel coniglio, entra nell’organismo per via orale, si attacca all’epitelio delle mucose intestinali, aderendo all’orletto a spazzola e causando distruzione dei microvilli. L’infezione inizia dalle placche di Peyer, passa poi agli enterociti sani, grazie alla presenza di adesine specifiche. Successivamente gli enterociti vanno incontro a modificazioni istologiche, i microvilli si rompono e spariscono. E. coli non si ritrova all’interno delle cellule epiteliali.

Sintomatologia e lesioni

La manifestazione clinica principale di infezione colibacillare è la diarrea. Nei lattanti, di età compresa tra 3 e 12 giorni, sono interessate dall’infezione soprattutto le nidiate nate da primipare; la mortalità è molto elevata, può interessare anche il 100% dei conigli colpiti. I coniglietti sono poco vitali, presentano diarrea giallastra e muoiono entro 24-48 ore dall’insorgenza dei sintomi. All’autopsia si evidenzia intestino congesto, contenuto liquido giallastro e talvolta emorragico. Nei conigli svezzati la colibacillosi colpisce dopo 1-2 settimane dallo svezzamento, la diarrea si presenta acquosa, maleodorante e brunastra; la mortalità dipende dai sierotipi coinvolti nell’infezione. In questi animali risultano interessati principalmente cieco e colon prossimale, che nelle forme iperacute può essere addirittura a contenuto emorragico. Nelle forme sub-acute/croniche si ha una flogosi di tipo catarrale con edema e congestione.

Profilassi e terapia

Profilassi diretta: igienico-sanitaria; svuotare le fosse di raccolta delle deiezioni di frequente, pulire nidi, gabbie, mangiatoie nonché ricambiare costantemente l’aria dei capannoni, ritardare lo svezzamento, stare attenti ai trattamenti chemioterapici.
Profilassi indiretta: in via sperimentale sono stati ottenuti risultati incoraggianti con l’utilizzo di vaccini contro E. coli enteropatogeni. Attualmente però non esistono ancora protocolli vaccinali validi.
La terapia si può eseguire, previo antibiogramma, tenendo conto che parte degli animali “guariti” possono rimanere portatori/eliminatori di colibacilli patogeni.

Regolamento di polizia veterinaria

Non è una malattia soggetta a denuncia.