Menu

Le principali patologie cunicole: l’enterocolite (ERE)

Possiamo far risalire l’ apparizione di questa particolare forma enterica agli inizi del 1997. In poco tempo si è diffusa in tutta Europa. 
Si caratterizza per la comparsa di diarrea e gonfiore addominale con elevata mortalità (anche fino al 50 %) nei conigli in post svezzamento di età compresa tra la 7a e 8a settimana. Nei due – tre giorni che precedono la malattia si evidenzia una diminuzione drastica dell’assunzione di mangime e alla comparsa della diarrea si nota, a differenza delle altre forme enteriche, la presenza di muco. Lo stomaco ed il cieco dilatati provocano il blocco del piloro. Il contenuto liquido dello stomaco è una costante in questa forma patologica. L’intestino è dilatato ma non infiammato. Il colon è vuoto o con contenuto liquido; è molto dilatato anche per la presenza di forti quantità di muco (in questo caso si parla di enterite mucide).
In generale l’assenza di lesioni infiammatorie a carico della parete del cieco, permettono di differenziare l’enterocolite dalle altre forme enteriche che normalmente colpiscono il coniglio (Coccidiosi intestinale, Colibacillosi, Klebsiellosi ecc.).

Alcuni ricercatori ritengono che la malattia possa associarsi, ed essere in qualche modo favorita, dalla presenza di Coccidi e Pasteurella Mutocida, anche se provarne la correlazione è estremamente difficile.
Viene spesso avanzata l’ipotesi che l’alimentazione svolga un ruolo determinante nella comparsa dell’enterocolite. A questo proposito Thierry Gidenne (INRA Tolosa), in occasione della 9a giornata della ricerca cunicola ha presentato i risultati di prove alimentari molto accurate su conigli in fase di svezzamento-ingrasso. I risultati hanno escluso un ruolo alimentare nella comparsa dell’enterocolite. L’unico elemento emerso è che una formulazione non adeguata può modificare la sintomatologia e quindi il decorso della malattia stessa.


Si è evidenziato inoltre come l’antibioticoterapia, accompagnata ad una alimentazione equilibrata, permetta di limitare fortemente la comparsa dei sintomi. Importante il ruolo della gestione dell’alimento, utilizzando pratiche corrette di razionamento.